Lettera aperta alle coppie

L’intimità è quanto di più desiderato e nello stesso tempo quanto di più temuto dagli esseri umani. Senza intimità, la nostra vita sarà deprivata di una delle esperienze più piacevoli, dolci e formative a cui si possa pensare. Ma è proprio nell’intimità che noi rischiamo le ferite più profonde che poi condizioneranno la nostra capacità di amare.
Si narra che Sofocle, alla domanda di un suo discepolo rispose così: “Mi chiedi se devi o non devi sposarti, bene, ti dirò che qualsiasi cosa farai te ne pentirai”.

“La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale” scrive Zygmunt Bauman.
Cerchiamo l’altro, sappiamo che due è meglio di uno ma una volta individuato l’Altro cosa succede?
I numeri sono freddi ma le emozioni che possono suscitare sanno essere molto calde. L’ISTAT ci dice (dati del 2010) che per ogni 1.000 matrimoni ci sono state 307 separazioni. Una coppia su tre si separa. ( Che incoraggiamento per le giovani coppie)

Quando vado in giro mi piace guardarmi intorno, osservare. Ascolto cosa mi suscita quello che vedo, mi pongo domande (deformazione professionale). Una di queste domande mi viene nell’ osservare una coppia di anziani ( 80 anni o giù di lì) seduta sulla panchina di un tranquillo sentiero in montagna. Lei si alza poi tende la mano a lui e lo aiuta ad alzarsi, si scambiano qualche parola col sorriso e poi, mano nella mano, riprendono la passeggiata.

Ecco la domanda: Ma cosa permette ad una coppia di continuare in modo sufficientemente piacevole e sereno  il proprio cammino, arrivare alla vecchiaia tenendosi ancora per mano, darsi il bacio della buona notte, vivere piacevolmente la propria sessualità ed essere di mutuo aiuto nell’affrontare i problemi della vita ? E cosa succede invece nelle coppie dove, dal momento in cui non si vede l’ora di vedersi, incontrarsi, toccarsi, si arriva all’ora in cui non si può più tollerare la vicinanza dell’altro/a ?